Per più di 10 anni il Generale rwandese Bosco Ntaganda, al comando delle sue truppe ribelli, ha commesso atrocità inaudite – documentate da Human Rights Watch – nel territorio congolese nordorientale tanto da essere stato condannato dalla Corte penale Internazionale per crimini di guerra già dal 2006, con l’accusa di aver commesso crimini di guerra e crimini contro l’umanità nel nordest della R.D. del Congo nel 2002 e 2003. Il Generale ha reclutato e usato bambini soldato, ucciso, rapito, stuprato e ridotto donne alla schiavitù e perseguitato la popolazione civile.
Bosco Ntaganda era uno dei capi del gruppo armato ruandese del Congresso Nazionale per la Difesa del Popolo che nel 2009, a seguito degli accordi di pace, era stato integrato, insieme ai suoi uomini, nell’Esercito regolare della R.D. congolese. Nel 2012, sempre con le sue truppe ribelli, aveva guidato l’ammutinamento e la diserzione per unirsi ad altri gruppi nella formazione delle milizie dell’M23 per combattere contro le truppe regolari congolesi e le forze delle Nazioni Unite, sempre nel territorio nordorientale congolese.
Durante gli ultimi negoziati di Kampala (25/2/2013), il generale Bosco Ntaganda si ribella alla leadership dell’M23 e riprende i combattimenti contro il Gen. Makeba (1), più propenso agli accordi di pace, il quale, a sua volta, aveva denunciato il vescovo Jean-Marie Runiga (2) – accusato di “sperpero di fondi” e “appelli all’odio interetnico”.
Vedi Schola News: Chi sono i ribelli dell’M23?
Vedi Schola News: Chi è Sultani Makeba?
Vedi Schola News: Chi è Jean-Marie Runiga?
Autore: Vito Conteduca - 4/3/2013
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