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E’ trascorsa una stagione da quando i membri dell’associazione CADEP di Mweso, partner dell’associazione Schola Mundi italiana, ha realizzato un progetto di sviluppo della orticultura a favore delle donne vulnerabili di Mweso con il supporto organizzativo e finanziario di “Schola Mundi onlus”.
La fase sperimentale si è conclusa con successo e per la nuova stagione abbiamo già iniziato il progetto definitivo.
Questo è attualmente il livello di avanzamento del progetto.
Abbiamo anticipato la preparazione delle piantine di cavolo nel vivaio sul terreno comune. Siccome nella stagione scorsa a causa delle piogge una parte del terreno era stato coperto dall’inondazione, abbiamo consigliato alle donne vulnerabili di Mweso, assegnatarie degli orti, di trapiantare i cavoli nella parte che non è stata invasa dall’acqua nell’attesa della fine della stagione delle piogge per poter poi seminare la soia, il mais e il fagiolo nano.
immagine 1: Madame NYIRASUKU, vedova, Mr SEBAZUNGU,uno dei pochi uomini membro del progetto,
sarchia le piantine di cavolo del suo orto toglie con la zappa l’erbaccia dalle piante dell’orto
Alcuni membri del progetto hanno ripreso a preparare il terreno dei propri orti con ritardo. Le cause del ritardo sono soprattutto le malattie e la necessità di attività lavorative per guadagnare i soldi per le tasse scolastiche dei propri figli nel periodo di apertura dell’anno scolastico. Madame Souzana ci ha spiegato che aveva passato due settimane a coltivare per un’altra famiglia in un grande campo nella piantagione vicino al JTN nella concessione comunemente chiamata SENKI. La famiglia le dava 2000 franchi congolesi al giorno, l’equivalente di $ 2. Madame Souzana ha lavorato per 20 giorni guadagnando $ 40, e dice che con quei soldi ha pagato le tasse e le divise scolastiche dei suoi bambini per due mesi e ha comprato un po’ di sale e un po’ di olio. Si è scusata moltissimo per la sua assenza e si è messa subito a lavoro velocemente per mettere in ordine il suo orto.
Immagine 3: Madame Souzana, profuga,lavora con orgoglio nel suo orto ed esprime gratitudine al progetto
Durante il nostro lavoro di sensibilizzazione dei membri del progetto, ci è stato posto un problema dal Comitato di Direzione dell’associazione delle mamme partecipanti al progetto. Il Comitato aveva affidato a un uomo, che era stato ritenuto capace, il compito di portare l’acqua dal fiume per annaffiare le piante nel vivaio. Dopo aver fatto il lavoro, questi pretendeva che solo lui dovesse usare le piantine annaffiate per trapiantarle nel proprio orto, fregandosene dell’accordo con il Comitato. La Vicepresidente gli ha chiesto di render conto di questo comportamento sbagliato, ma lui non ha voluto nemmeno rispondere alle sue ingiunzioni. La vicepresidente del Comitato ha quindi posto il problema a noi della CADEP ong che stiamo realizzando il progetto. Abbiamo dunque proceduto alla mediazione sociale con lo scopo di ristabilire il clima di fiducia, collaborazione e cordialità. Alla fine, le due parti in conflitto sono rimaste soddisfatte e c’è stata la riconciliazione.
Un secondo caso riguarda una donna, membro dell’associazione che si è permessa di prendere delle piantine dal vivaio comune senza il permesso delle sue collaboratrici e in orario non convenzionale. Questo, naturalmente, è stato percepito dalle altre come una violenza.
Anche in questa occasione siamo intervenuti per favorire la riconciliazione tra la donna che aveva agito senza permesso e le altre: la donna ha riconosciuta la sua colpa e ha chiesto scusa alle compagne. Ella ha inoltre assicurato che non ripeterà più un tale gesto vergognoso e insolente.
Bisogna costatare che questo periodo post-conflitto è un momento difficile per tutte le popolazioni colpite dalle atrocità della guerra. Constatiamo che le persone sembrano essere sopraffatte dai problemi di sopravvivenza (la vita è veramente dura!) e così diventano fragili. Bisogna sostenerli, incoraggiarli a dialogare, a riconciliarsi quando ci sono dei problemi e a superare le divergenze tribali, di origine o di classe sociale. Questo lavoro di riparazione di cuori spezzati, di anime deluse e di corpi mutilati non è facile. C’è bisogno di un lavoro di sensibilizzazione e di formazione della personalità adatte a gestire le strategie di successo, personale e collettivo, attraverso l’apprendimento della vita e del lavoro in comune. Questo è il lavoro che quotidianamente ci aspetta.
Ecco perché noi prepariamo alla formazione delle capacità di conduzione di una unità di produzione dei legumi a Mweso. Un modulo formativo che viene contemporaneamente completato dall’esercizio della prevenzione dei conflitti nella famiglia e nella comunità.
All’inizio del nostro progetto, la nostra attività era finalizzata a rendere autonome le donne vulnerabili di Mweso in materia di conoscenze tecniche di base per la produzione orticola-alimentare.
Conoscenze di base come la preparazione di un vivaio e la sua gestione, le distanze da osservare tra l’una e l’altra nel trapianto delle piante di legumi, così come quelle di cavolo, tutte cose che iniziano ad essere memorizzate e praticate con successo dalle donne del progetto.
Allo stesso modo, le donne de “ gli Orti di Mweso “ mostrano un forte attaccamento al progetto perché esso le rende autonome sul piano dell’occupazione e procura loro, oltre ai prodotti alimentari, anche del denaro alla fine della stagione.
Le donne vulnerabili di Mweso elogiano l’iniziativa e ci hanno chiesto con insistenza di inviare i loro ringraziamenti a tutti i membri di Schola Mundi onlus.
Immagine 4 et 5: Elisa e Batachoka sono due ragazze profighe che non hanno mai avuto la possibilità di andare a scuola. Esse ci hanno sollecitato a far parte del progetto anche per evitare di restare sempre a casa senza proventi rischiando di cadere nella drammatica spirale della prostituzione. Ciascuna si impegna nel proprio orto e sperano di guadagnare qualche soldo alla fine della stagione
Immagine 6: Orto coltivato a cavoli, ben tenuto Immagine 7: Alunni di una scuola di profughi installata
dalle donne concessionarie degli orti del progetto accanto al campo de “gli Orti di Mweso”
Durante la scorsa stagione abbiamo depositato nel magazzino della CADEP a Mweso un quantitativo di semenze composto da : 4 sacchi di fagiolo nano, 2 sacchi di soia e 2 sacchi di mais.
La fornitura delle semenze si farà in maniera progressiva e sarà condotta sotto la supervisione dell’agronomo e dei membri del Comitato dell’associazione che decideranno come e quando i membri del progetto utilizzeranno le semenze.
Immagine 8: Laboratorio dove si selezionano le semenze prima della distribuzione
La popolazione è felice della vittoria delle truppe governative su i ribelli dell’M23. A Mweso la situazione è calma e i gruppi di ribelli che controllavano la zona si preparano ad essere integrati nell’esercito regolare senza alcuna resistenza.
Non c’è niente da temere, forse questo è il modo in cui l’operazione di disarmo e rimpatrio delle FDLR avrà luogo dopo lo smantellamento dell’M23.
Goma, 17 novembre 2013
Mujogo Kanyamuhanda Viateur
Coordinateur exécutif du CADEP
Autore: Vito Conteduca - 17/11/2013
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